Corriere della Sera, 17 Dicembre 2010
Hani El Mallah, egiziano, vende 16 tonnellate di cubetti al giorno.
L'uomo del ghiaccio venne dal caldo, trent'anni fa. Cominciò dal primo gradino, operaio al mercato ittico, nonostante la laurea in Economia al Cairo. E pian piano salì fino alla vetta. Il tempo di ambientarsi, imparare la lingua, avere un'idea semplice come l'acqua. E la storia prese un'altra piega. Ora punta all'Europa: «Sto cercando un terreno per una nuova fabbrica moderna, in vista del 2015».
Si parte, però, dal 1981, tra i banchi di pesce, all'alba. «Notai che c'era una carenza di ghiaccio, che nessuno lo produceva». I grossisti dovevano farselo da soli: una parte per sé, un'altra per gli ambulanti che acquistavano la merce. La parabola di Hani El Mallah, oggi 54 anni e una moglie italiana, allora giovane immigrato egiziano, comincia da qui. «Compravo dai grossisti il ghiaccio e lo rivendevo agli ambulanti».
Il primo passo nell'81 con un socio, fino al '90, quando El Mallah si sgancia e fa un salto di qualità. S'istalla in un'autorimessa di 15 metri quadrati vicino al mercato ittico, allora in via Sammartini, e diventa il primo fabbricante milanese di ghiaccio: 5 tonnellate al giorno. Nel '97 raddoppia: 10 tonnellate.
Nel 2000, ancora un balzo, nella nuova sede di via Lombroso (dove ha traslocato il mercato) la produzione triplica, 16 tonnellate, 28 d'estate. El Mallah diventa ufficialmente The Ice Man (www.ice-man.it), e non tiene solo al fresco il pesce: serve cubetti di ghiaccio nei cocktail delle sfilate e nelle bibite al concerto di Lady Gaga, un paio di settimane fa al Forum di Assago. Si estende alla Lombardia, s'allunga in Veneto, «siamo arrivati fino a Lecce».
Due dipendenti, due figli (una laureata alla Bocconi, l'altro iscritto al Politecnico) e ancora in prima linea dalle 4 del mattino alle 8 di sera. The Ice Man non si ferma: «Abbiamo fondato l'associazione internazionale, sono stato al convegno a Los Angeles». Ed è già pronto per cogliere la nuova occasione dell'Expo.
Alessandra Coppola
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