QUATTRO N° 116 Maggio 2010
A volte un'intuizione, una semplice idea possono trasformare la vita e creare il successo professionale ed economico. Questa in sintesi la storia di Hani El Mallah, egiziano, che nell' 81 arriva a Milano e lavora come operaio al mercato ittico. È qui che ha la felice intuizione che gli cambierà la vita. Si chiede infatti perché nessuno abbia ancora pensato a vendere il ghiaccio già pronto da utilizzare per conservare il pesce. Infatti fino a quel momento ogni operatore comprava il ghiaccio in blocchi e provvedeva poi a ridurlo nelle dimensioni a lui utili. Quando il commercio comunale del ghiaccio fallisce e gli operatori ittici faticano a procurarselo, Hani capisce che è il momento di rischiare: siamo nel 1990 e l'uomo nato all'ombra delle piramidi, molla tutto, compra macchine americane che fabbricano il ghiaccio e inizia la sua scalata ad una montagna o forse sarebbe meglio dire a una piramide di ghiaccio che oggi raggiunge un peso di 28 tonnellate. Incuriositi da questa storia siamo andati a trovare Hani negli uffici della Ice Man, posta all'interno del mercato ittico, e dove altro?, per farci raccontare 1-affare" del ghiaccio.
II ghiaccio e perché.
"Una domanda da 100 milioni di dollari. Vent'anni fa non avrei saputo rispondere, oggi posso dire che è stato un caso: mi accorsi della domanda di ghiaccio e come nessuno lo facesse. Allora ho iniziato come grossista; finito il lavoro andavo a comprare il ghiaccio e lo rivendevo fino a quando nel 1985 abbiamo fatto una società per la vendita e produzione di ghiaccio agli operatori del settore ittico e poi mi sono messo in proprio, siamo nel 1993, con la prima macchina che produceva 5 tonnellate. Nel `97 con il trasferimento nell'area dell'ex macello la produzione era già raddoppiata. Nel 2000 è stato inserito il ghiaccio a cubetti, per operatori e pubblico. La richiesta era alta e oggi siamo arrivati quasi a triplicare la produzione con 28 tonnellate al giorno".
Sono diverse le macchine che producono i vari tipi di ghiaccio. Quello a scaglie grosse e medie, prevalentemente per il settore ittico, e quel1o fine utilizzato soprattutto per i cocktail prodotto da macchine che prelevano l'acqua, sottoposta a controlli da parte dell'Asl, ma anche in azienda con filtri e depuratori, e la ghiacciano tramite un gas. A questo punto viene spinto verso delle pale rotanti che lo sminuzzano nei tre tipi di scaglie. I cubetti invece escono dalla macchina in forma di tubo tagliato in misura da una lama rotante.
Di cubetti ce ne sono quattro tipi: vuoto, per i cocktail, pieno, compatto e cristallino, tube ice di forma cilindrica e poi i blocchi da 15x15x38 usati dagli artisti o per fare decorazioni in tavola. Alla fine avviene 1'insacchettamento e il deposito nelle celle frigorifere in attesa della spedizione, che avviene in scatole di polistirolo che conservano il ghiaccio per 24-48 ore. Se il cliente è di Milano lo riceve entro un'ora. Le idee non mancano ad Hani e a breve avverrà il lancio di "Ice man happy hour box", una scatola riciclabile un paio di volte, a basso costo e pensata per i giovani: utile per le feste in casa dove la quantità richiesta di ghiaccio è minore.
Quante persone per questo lavoro?
"In pratica non abbiamo personale: basta premere un bottone e la macchina fa da sola. Se da una parte risparmiamo sul personale i costi delle macchine (esclusivamente americane mentre quelle italiane non hanno ancora lo stesso livello di qualità n.d.r.) e della manutenzione sono molto alti".
Gli utilizzatori finali del ghiaccio sono principalmente il mercato ittico che assorbe i due terzi della produzione e il resto suddiviso tra società di catering, alberghi e soprattutto tra gli eventi programmati durante l'anno come fiere o concerti (la Pausini, Vasco, i Cranberries hanno bevuto di certo una bevanda raffreddata con i cubetti di Ice Man) o i locali di Milano. Settori, ci diceva Hani, dove la crisi è meno sentita e visibile per la domanda pressoché costante del prodotto.
Milano mercato principale allora?
"No, il nostro prodotto arriva ún po' dappertutto: Brianza come Piacenza o Bologna, abbiamo avuto richieste anche dalla Sardegna o da persone che ci conoscono attraverso internet (www.ice-man.it per chi volesse curiosare)".
Mai pensato a distributori di ghiaccio in giro per la città?
"Sono contrario ad allungare la catena di distribuzione, preferisco la vendita diretta: dal produttore al consumatore risparmiando i vari passaggi, e per ora ho accantonato l'idea del distributore di ghiaccio: ci sono dei costi fissi con o senza vendita e non vedo ancora il momento".
Però non è detta l'ultima parola, vista l'intraprendenza di Hani.